1 marzo 1998 – Cari amici, quello che avete ricevuto e state leggendo è un vero e proprio “atto di nascita”. Per natura sua l’annuncio di una nuova nascita è accompagnato da sentimenti quali la gioia, l’entusiasmo, la speranza per il futuro unita ad una certa apprensione, il bisogno d’essere accolti e sostenuti per poter crescere, tutto questo vogliamo comunicarvi con questa nostra lettera.
Il giorno 8 novembre 1997 abbiamo deciso di dare vita ad un gruppo strutturato che, nella condivisione della fede cattolica e dello stato di omosessuali dei suoi componenti, pone come obiettivo il desiderio di intraprendere un cammino di ricerca di Dio nella messa in comune della espressione degli ideali di fede dei suoi membri, delle loro personali esperienze di vita quotidiana ed interiore, di occasioni di comune impegno sociale ed ecumenico, di momenti ricreativi.
Alcuni di noi provengono da gruppi di esperienza consolidata (“La fonte” di Milano, “La Parola” di Vicenza, “L’incontro” di Padova) e portano con se la sapienza accumulata nel tempo e l’esigenza di una “specificità del carisma” per il gruppo neonato, altri sono nuovi a questo tipo di realtà e arricchiscono lo stare insieme con i loro moti interiori derivanti dall’incontro/scontro tra fede e omosessualità. Questa “nascita” non vuole essere in nulla motivo di frammentazione rispetto ai gruppi già esistenti, anzi, intende costituire una occasione di arricchimento nella diversità e di allargamento della comunione nel rapporto di stima, amicizia e ascolto verso le altre realtà in cammino.
Siamo insieme perché vogliamo crescere nello Spirito, desideriamo trattare i temi proposti con un taglio personale-esistenziale, desideriamo far risuonare l'”eco” della Parola nella vita, vogliamo condividere le gioie e le inquietudini legate all’esperienza di fede e alle relazioni, vorremmo che il gruppo fosse un luogo di “liberazione” per una libertà d’essere che ci accompagni anche fuori dal gruppo.
Ad ogni bambino che nasce si dà un nome, che piace e che dice qualcosa della famiglia, della propria storia, e che, in qualche modo, segni la sua identità.Ci siamo chiamati “Emmanuele” auspicandoci che la Parola di Dio, dalla quale è stato tratto il nome, operi quello che dice e cioè che Dio sia con noi, con quello che siamo, nel nostro stare insieme, nel nostro “cercare” nell’oscurità della fede.
Nell’amicizia e nel cammino comune che ci legano vi salutiamo.
gli amici dell’«Emmanuele»