30 gennaio 2016
da L’Huffington Post e Vanity Fair
L’amore non può essere ridotto a un derby tra “buoni e cattivi, noi e loro, tradizionali e alternativi, sacri e profani”. “C’è solo l’amore, che proprio non lo puoi fermare”. Ne è convinta Daria Bignardi, che nel suo blog su Vanity Fair spiega perché, dal suo punto di vista, manifestare contro i diritti di chi si ama è il più grande torto alla famiglia e all’amore che si possa fare.
La Bignardi, che ammette di tenere alla famiglia a livelli “imbarazzanti”, riflette su cosa sia davvero una famiglia.
“Non è un derby famiglie tradizionali contro famiglie alternative. Non ci sono due squadre che si affrontano. Tutti quelli che si amano tanto da voler formare una famiglia devono avere il diritto di farlo, succede in tutto il mondo e con grandissimo ritardo finalmente sta succedendo anche da noi, e ne siamo felici, perché amiamo la famiglia”.
“Dove c’è amore, impegno, cura e responsabilità, là c’è una famiglia. Le famiglie arcobaleno, che di fatto già esistono e sono moltissime, non tolgono niente alle altre famiglie. Senza contare il fatto che le nuove famiglie, le famiglie osteggiate, spesso ci mettono molto più impegno di quelle che non hanno dovuto lottare per esistere. Non facciamo diventare la giornata di sabato 30 gennaio il giorno del confronto, di quanti saranno «loro» e quanti eravamo «noi». Io mi rifiuto di pensare che esistano un loro e un noi. C’è uno Stato, e uno solo, che deve regolare i diritti di tutte le persone che si amano e vogliono ufficializzare e proteggere la loro unione”.