8 aprile 2017
da la Repubblica.it, Paolo Rodari
ROMA.
«Siamo qui a dire che la scandalosa ordinarietà delle nostre vite può avere posto nella Chiesa. Essere se stessi avvicina a Dio. È passato il tempo per le persone Lgbt cristiane di vivere nelle catacombe. Abbiamo maturato la consapevolezza che è venuta l’ora di partecipare. Non vogliamo ostentare nulla, ma mettere in comune ciò che siamo. Le nostre esistenze non sono una bruttura da nascondere, ma un patrimonio da condividere».
Alla prima assemblea di “Cammini di Speranza”, l’associazione nazionale delle persone Lgbt cristiane (camminidisperanza. org), in corso in questi giorni ai Castelli Romani, ritornano le parole che disse anni fa a un gruppo di omosessuali don Arturo Paoli: «La tenerezza di Dio che ho scoperto in tarda età non vi è preclusa »……. continua a leggere sul sito di repubblica